"La Via del Qigong"

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Pagina aggiornata il: 01/02/2015


"Il Sorriso nella vita e nella pratica del Qigong"

 

Maria Luisa Vocca

RIASSUNTO:
L'articolo vuole evidenziare l'importanza del "Sorriso" (quello vero, interiore) nella vita in generale, nelle relazioni con sé e con il mondo intorno a sé, e poi nella pratica del Qigong. Per far ciò, dopo un'introduzione sul mio primo incontro con un maestro di vita e di pratica in Cina, attraverso il simbolismo del "Sorriso", spiego il significato del "Sorridere" e le sue influenze fisiologiche, mentali ed energetiche nei gesti quotidiani e nella vera e propria pratica delle tecniche del Qigong, secondo la mia propria esperienza decennale a contatto con allievi e pazienti.

SUMMARY:
The article highlights the importance of the "Smile" (the real, interior smile, coming directly from the heart) in daily life, in the relationships with oneself and the outside world, and in particular its importance in the practice of Qigong. The author first gives an introduction on her first encounter in China, with a master of life and Qigong. Through the symbolism of the "Smile" she then explains the meaning of "Smiling" and its physiological, mental and energetic influences in daily gestures and in the actual practice of Qigong techniques, according to her own over ten year experience in contact with students and patients.

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Il mio primo incontro con il Qigong

Sono passati oltre dieci anni da quando ho intrapreso la "Via del Qigong" come stile di vita e come professione, da quando ho incontrato un maestro di Qigong in un piccolo parco interno al campus dell'università di Tianjin, in Cina, dove mi trovavo a studiare lingua e cultura cinese con una borsa di studio di un anno. Non metto la "emme maiuscola" quando parlo di questo maestro, come usano tanti in questa definizione, per rispetto a lui stesso che, nel suo racconto autobiografico donato a me qualche anno fa, si definisce e vuole essere definito "un uomo comune e niente più".
Nonostante ciò, al di là d'ogni definizione, dopo più di dieci anni d'amicizia, conoscenza e familiarità, oltre ad una relazione di maestro - allieva, io lo considero tuttora maestro di vita oltre che di Qigong, e gli sono sempre affezionata come ad un secondo padre, perché come figlia mi ha sempre trattato e considerato in ogni mia permanenza successiva a Tianjin, e perché come un padre mi ha insegnato tante cose di vita e non solo della cultura cinese, tanti valori e non solo quello del Qigong, …


Ricordo ancora come fosse ieri, quando ho avuto il suo nome da un mio insegnante di lingua cinese della stessa università. Sapendo che ero davvero interessata al Qigong ed alle tecniche di diagnostica e terapia cinese energetica, mi parlò di un bravo insegnante di Qigong che aveva curato ed insegnato alla moglie, e che ancora insegnava a vari gruppi all'interno dello stesso campus universitario. Mi disse anche che avrebbe cercato di sapere se lui fosse stato disponibile ad insegnare ad una ragazza straniera quelle tecniche. Qualche giorno dopo venni a sapere che lui aveva accettato e che aveva mandato a dirmi dove e quando lo potevo incontrare.
Erano le cinque di un pomeriggio primaverile, quando mi recai in quel parco, ed entrando girai a destra dopo una fila di alberi. Lì, dove mi era stato indicato, in uno spiazzo erboso, ai piedi di un albero dalla larga chioma era seduto un anziano in posizione del loto. Affianco al tronco era poggiata la sua vecchia bicicletta, con una borsa di vimini colorata attaccata al manubrio. Ad un basso ramo dell'albero era appeso un cartello scritto a mano con una pennellata decisa: ideogrammi e numeri arabi, erano i prezzi per le sue lezioni di Qigong, 10 yuan al mese e 3 yuan per gli studenti (uno yuan erano allora circa 190 lire).
Il maestro Yang Yizhong mi ricevette con un enorme e sincero sorriso, tenero e bellissimo, nonostante solo due o tre denti ne facessero parte tra le labbra aperte. Agli occhi portava un paio di occhiali molto vecchi e rovinati, tanto che da una parte un elastico di gomma ed un poco di nastro adesivo, sostituivano una delle stanghette fino all'orecchio. Gli abiti erano molto poveri e consunti, anche se ben tenuti, ed ai piedi portava un paio di scarpe di tela e cartone, cucite a mano, simili a quelle che si usano anche da noi ora in palestra per la ginnastica di derivazione orientale.
Si alzò quasi di scatto e s'inchinò davanti a me come è d'uso tra i monaci o tra le persone che dimostrano rispetto ad un superiore, con le mani giunte davanti al petto e poi al viso. Risposi timidamente nella stessa maniera, mentre dentro di me già temevo una conversazione difficile a causa del mio livello di fluidità della lingua cinese. Continuando a sorridere mi prese le mani nelle sue, chiedendomi il nome, e mi dette più volte il benvenuto: "Huanying, huanying Wei Lisha!" Poi andò al cesto sulla bicicletta e ne tirò fuori varie cose tra cui una dispensa che mi aveva preparato scritta e fatta dattilografare da qualcun altro ed una busta da lettere. La dispensa conteneva un'introduzione a se stesso, alla sua vita ed ai motivi per cui insegnava il Qigong ed una spiegazione manualistica di alcune tecniche di Qigong che lui stava insegnando in quel periodo.
Nella busta, invece, c'era una lettera di benvenuto a me, in cui affermava che mi accoglieva molto volentieri come allieva e discepola se io volevo, ed un altro foglio in cui era dipinto in calligrafia un unico grande ideogramma centrale, a parte la sua firma e la data in un angolo. Aprì questo foglio davanti a me e disse: "Senti il Qi di questo ideogramma e dimmi come lo senti!"
L'ideogramma raffigurato lì era quello che rappresenta il "Ridere", la "Risata" o il "Sorriso", che in cinese si dice "Xiào".
Da quel primo incontro, istintivamente capii che da quell'uomo avrei potuto imparare molto, e che quello … era quello che avrei davvero voluto idealisticamente e romanticamente trovare in Cina quando avevo intrapreso lo studio della lingua e della cultura all'università di Roma! Ero veramente felice quella sera! Anche se poi la lezione vera e propria di Qigong, quando poi arrivarono gli altri allievi, fu dura e faticosa, con pochissimo movimento e poca varietà, ma con molta statica e molto lavoro fisico. Mi aveva conquistato lui, il suo sorriso, la sua tenerezza e semplicità … molto prima del Qigong come pratica.


Ora so che anche quello è Qigong, ora so che il sorriso e la risata sono parte importante del Qigong, ora so anche che quella semplicità e quella spontaneità … sono lo scopo principale della pratica del Qigong!
L'ideogramma moderno "Xiào" è composto da due ideogrammi posti uno sopra l'altro: bambù e cielo, due simboli e concetti molto importanti e ricorrenti nella cultura e nella letteratura antica cinese. Il bambù è uno dei prodotti naturali più importanti della natura cinese, simboleggia il gentiluomo, il saggio dal cuore vuoto (così come vuoto è il bambù), vuoto ma con dei punti fermi come ci sono dei nodi che suddividono il lungo tronco del bambù; è simbolo anche della modestia come virtù. Poiché sempreverde ed immutabile una volta cresciuto, è anche simbolo di longevità, nel senso di lunga giovinezza: è longilineo e magro così come lo sono gli anziani, è flessibile ed elastico, ma solido (tanto da essere utilizzato per millenni come materia base delle impalcature nella costruzione anche di edifici molto alti). Nell'ideogramma che riassume la risata, il bambù è proprio quell'elemento terrestre di spontaneità e flessibilità che si trova a contatto con il cielo, al di sopra del cielo, quasi fosse un simbolo di vitalità che affiora e permane perfino nel livello più celeste e spirituale raggiungibile attraverso qualunque pratica … ma anche, e proprio, attraverso il più semplice e puro sorriso del cuore! In fin dei conti … anche da noi, quando il cuore è pieno di gioia e dunque il sorriso permea spontaneamente l'animo, si dice: "Sono al settimo cielo". Così nella lingua cinese quel simbolo di vitalità duratura e gioviale, il bambù, nella risata supera il cielo!
Ma ripensando al quel mio primo incontro con il maestro Yang Yizhong, mi vengono in mente molte più connessioni non soltanto simboliche e culturali, ma più significative per la componente energetica e fisiologica della pratica stessa del Qigong e della vita in generale.
Il "Sorriso" come stato d'animo interiore (che per distinguerlo lo scrivo con la S maiuscola), affiora in superficie attraverso il "sorriso" come espressione superficiale di contatto e scambio della persona con il mondo esterno.
Quante volte c'è capitato di incontrare persone che "sorridevano" continuamente, ma solo apparentemente e diplomaticamente, senza però essere in grado o senza voler lasciar trasparire un vero "Sorridere" interiore? Quante persone, negli scambi con gli altri … "sorridono" senza "Sorridere"? Quanto è vicino addirittura il "ringhiare" al "sorridere"? Negli occhi di quante persone con labbra sorridenti abbiamo letto il pianto e la sofferenza, o la rabbia ed il rancore? Quanti sorrisi senza senso, forzati o d'abitudine, educati o ricercati! Qualcuno addirittura (e non si tratta di rare eccezioni) "sorride" pensando di "Sorridere", ma poi … quel qualcuno … si scopre improvvisamente un vuoto quando va a ricercare dentro di sé quel "Sorriso" che pensava di avere, … e allora cede a tutte quelle emozioni che riempivano quel vuoto tappato con un "sorriso", costruito per la necessità di mascherare una carenza di fronte a se stessi negli anni. Quanti cercano di riempire quel vuoto con stimoli esterni che possano far "sorridere", ma che tuttavia non riescono quasi mai a far "Sorridere" alcuno che non contenga già in sé il germe del "Sorriso"!?!
Potrei andare avanti all'infinito, ma il senso di questa differenza profonda che io vedo nell'essenza del "Sorriso" da quella del "sorriso", è: solo colui che davvero riesce a contenere e coltivare dentro di sé, accrescendo per poi irradiare da lì intorno a sé il "Sorriso" con il "sorriso", … solo quest'individuo sarà capace di quella flessibilità e quella spontaneità che nella vita gli permetterà di superare ogni traguardo ed ogni ostacolo, di guarire da ogni pena e malattia, accrescendo la propria vitalità ed energia, prendendo il lato positivo di ogni cosa, gli permetterà di crescere spiritualmente per raggiungere lo stato di serenità più vera, la longevità taoista, l'illuminazione buddista, l'estasi dei santi cristiani, … ovvero la comprensione più profonda e semplice del senso della vita.
Ripensando ora a quell'introduzione al mondo della pratica, ora con l'esperienza di anni di pratica, di insegnamento e di terapia del Qigong, … mi rendo conto che la mia prima lezione di Qigong è stata davvero pregna di significato, è davvero stata una lezione di Vita prima di tutto, e di conseguenza una lezione di Qigong!

La forza del Sorriso

Ora, visto che io credo che per raggiungere davvero il cielo … bisogna comunque mantenere i piedi per terra, torniamo (per dirla alla cinese) a vedere cosa succede tra cielo e terra nella pratica del Qigong, quando chi pratica "Sorride dentro e fuori".
Ho accennato all'inizio che le implicazioni del "Sorriso" sono anche energetiche e fisiologiche; infatti, l'effetto stesso di una pratica costante di una tecnica perfetta, cambia completamente se cambia l'intenzione, se cambia lo spirito con cui si sta eseguendo la stessa tecnica. Ma questo non significa solo che il "Sorriso" aiuta la pratica e fa ottenere un risultato dal Qigong, ma visto qual è il lavoro del Qigong, anche il contrario è vero, e cioè, che il Qigong con l'andare del tempo fa "Sorridere", o meglio, aiuta l'individuo a ritrovare dentro di sé quel senso della vita che sembrava inutile, perso o inesistente.
Come può esserci un effetto così coincidente da due punti di partenza così diversi? E' semplice, vediamo un esempio: dal punto di vista fisiologico, ogni terapeuta ed ogni paziente sanno che una cura, se intrapresa con uno spirito allegro, con un'armonia tra chi dà e chi riceve, con una sintonia e fiducia tra medico e paziente, quella cura avrà un effetto molto più incisivo sulla malattia o sul problema che viene trattato. Se la stessa cura o terapia viene data da un terapeuta insicuro, non sereno, o con problemi di cuore molto profondi, quello stesso paziente avvertirà quella carenza di "Sorriso" interiore, chiuderà anche sé stesso in attesa di un risultato e magari sarà deluso dagli effetti della cura, a meno ché non ci sia una forte e dominante volontà dall'altra parte (proveniente da un "Sorriso" di fondo ben maturato, da una serenità d'animo di base) che aiuterà nella stessa maniera l'effetto e …, talvolta, addirittura l'animo del terapeuta ne subirà l'influenza benevola, almeno momentaneamente. Ovviamente il rapporto terapeuta - paziente è un rapporto estremo, questo può avvenire in ogni genere di rapporto di scambio tra diversi individui, o tra l'individuo ed il mondo esterno (si pensi al carisma di grandi persone ed alla loro forza d'animo, come per i grandi santi di ogni cultura).
L'effetto del "Sorriso" sulla persona è di apertura, fiducia, forza di volontà istintiva, positivismo. Tutto questo interagisce dal punto di vista fisico, emotivo, mentale e spirituale sul lavoro che la persona fa: provate a vedere la differenza della "semplice" flessibilità del corpo, uno stiramento o allungamento della muscolatura sarà molto più efficace e semplice se fatto "Sorridendo", con serenità e fiducia, mentre la stessa paura di farsi male, o il non credere di potercela fare saranno, al contrario, i primi ostacoli da superare se manca quel "Sorriso".
L'effetto del "Sorriso" sulla respirazione e su tutti gli scambi nutritivi e purificatori con l'esterno sono facili a vedersi, si pensi ai bei sospiri che vengono spontanei anche al solo pensiero di una situazione di rilassamento, serenità e gioia, che può aversi in una giornata di sole all'aria aperta, sulla spiaggia o in montagna, immersi nel verde della natura, in una serena solitudine o in compagnia di buoni amici (sospiro al solo creare l'immagine in questo momento!).
Un altro effetto del "Sorriso", questa volta dal punto di vista energetico, e questo è il più importante, è un ampliamento vero e proprio del campo energetico della persona; il polso è più forte e vitale, l'energia (il Qi) circola più decisamente andando a riempire i vuoti e drenando i pieni che possono esserci in tutti i sistemi di meridiani energetici, il sangue è più nutrito e carico di forza vitale ed energia (lo Shen in particolare) che circola meglio, esprimendosi anche al meglio. La carica energetica in circolazione e la maggiore capacità di assimilare ciò che serve dall'esterno, faranno risparmiare l'energia essenziale ereditata alla nascita (il Jing) permettendo la longevità unita ad una migliore qualità della vita.
Quest'ultimo effetto descritto, forse il più complesso da comprendere, per chi non ha molto a che fare con le pratiche energetiche, è il più importante, ed è quello su cui s'incontra il tipo di lavoro che fa il Qigong, attraverso una pratica costante della persona. E' qui che s'intravede la coincidenza di effetti del "Sorriso" e del lavoro su di sé attraverso le tecniche di Qigong.
Anche il Qigong, poi, ha come effetto l'apertura, anche perché è un lavoro che la persona decide di intraprendere su di sé; e questa decisione non sempre coincide o previene l'inizio della pratica, poiché molti cominciano a praticare pensando di fare della semplice ginnastica dolce, o degli esercizi di pura respirazione. Molto spesso la vera e profonda decisione di lavorare su di sé avviene quando s'iniziano già ad avvertire dei cambiamenti o degli sblocchi dal punto di vista fisico, emotivo o mentale e spirituale, a seguito di un periodo di pratica più o meno lungo.
Questi primi, ma notevoli effetti, hanno a che fare con i cambiamenti energetici provocati dal Qigong stesso, attraverso un lavoro coordinato di corpo, respiro e mente. Cambia la qualità e la funzionalità della circolazione dei "tre tesori" (Jing, Qi e Shen), e più in particolare migliora e si riequilibra la circolazione energetica all'interno di ogni sistema di meridiani; di conseguenza si ha un'apertura a livello più profondo, che provoca un effetto sulle cause più recondite (e non sempre note al praticante) dei propri problemi o della propria malattia, o semplicemente dei propri blocchi emotivi o sentimentali, si giunge pian piano non solo alla comprensione, ma anche all'accettazione ed alla voglia di andare oltre (e questo è il passo connesso con la vera decisione di prendersi per mano e lavorare); da lì poi la persona inizia davvero a sbocciare, come un fiore finalmente innaffiato, concimato e posto in un terreno ed in una posizione di luce più ottimale. In queste condizioni poi, … come può ancora non sorgere il "Sorriso" in sé? Questo è il vero significato di "Neidan" o "Alchimia interna", come definizione della pratica del Qigong.
A seguito di una lunga esperienza di lavoro con persone molto diverse l'una dall'altra, oltre che con problematiche ed obiettivi molto diversi nell'intraprendere la "Via del Qigong", posso dire con certezza che gli effetti sulla circolazione energetica sono stati enormi in molti casi, e … grandi in tutti gli altri casi! Laddove gli effetti sono stati enormi vi era una coincidenza di "Sorriso" e pratica fin dall'inizio (il che, significa poi praticare una vera meditazione in ogni esercizio); laddove invece gli effetti della pratica erano "solo" grandi, … il "Sorriso" è arrivato "solo" a posteriori, … ma (chi prima, chi dopo) è arrivato in tutti coloro che hanno deciso di portare avanti con accettazione, costanza e sincerità la pratica del Qigong!

BIBLIOGRAFIA:
· Ma Jiren, Shiyong Zhongyi Qigongxue, Shanghai kexue jishu chubanshe.
· J.A.Johnson, Chinese Medical Qigong Therapy, The Internatiaonal Institute of Medical Qigong publisher.
· C.Larre, E.R.De La Valleé, Dal "Huangdi Neijing Lingshu". La Psiche nella tradizione cinese, Jaka Book, Milano, 1994.
· C.Moiraghi, Tecniche corporee in Medicina Tradizionale Cinese, Jaka Book, Milano, 1996.
· P.Santangelo, Emozioni e desideri in Cina, Laterza ed., Bari, 1992.
· A.Watts, Il Tao: La via dell'acqua che scorre, Ubaldini ed., Roma, 1977.
· L.Yutang, Importanza di vivere, Longanesi ed, Milano, 1986.